FAQ
FAQ
Le Frequently Asked Questions, meglio conosciute con la sigla FAQ, sono domande poste frequentemente.
Naturalmente qui le domande riguardano gli OLI ESSENZIALI e l'AROMATERAPIA e speriamo che le risposte aiutino a fare chiarezza.
COSA E' L'AROMATERAPIA?
Il termine "aromaterapia" è utilizzato genericamente per indicare l'utilizzo degli oli essenziali (ma anche assolute ed estratti), sfruttandone il profumo e la risposta psicofisica che ne deriva.
Bisogna però distinguere aree di competenza ben differenti, che si sono delineate in questi ultimi dieci anni:
- l'aromatologia, che si occupa principalmente dell'effetto olfattivo, che provoca risposte emozionali.
In questa area si possono inserire termini come "psicoaromaterapia", "aromaterapia emozionale", "profumeria botanica", "aromabotanica".
Essa è infatti orientata al mantenimento della salute psicofisica personale (senza implicazioni patologiche gravi), ovvero alla prevenzione dei più comuni disturbi e ad utilizzi di pronto intervento, all’uso cosmetico, alla profumazione personale e degli ambienti;
- l'aromacologia, un termine coniato dal Fondo di Ricerca Olfattiva (ora conosciuto come Sense of Smell Institute, SSI, l'istituto dell'odorato), a partire dal 1982 (e registrato nel 1989), le cui ricerche erano, e sono tutt'ora, spinte verso il marketing olfattivo e la riproduzione di molecole sintetiche.
L'aromacologia studia infatti scientificamente la stimolazione olfattiva su umore, comportamento e fisiologia, cerca prove sperimentali, come gli effetti sulle onde cerebrali e cerca di standardizzare il tutto, riproducendo le molecole più utili, con fini commerciali (dare ai prodotti profumazioni che attirano e fanno vendere di più);
- l'aromaterapia come terapia vera e propria, in cui l’utilizzo degli oli essenziali si sposta da un ridotto uso domestico a quello più vasto, anche clinico, che prevede applicazioni per disturbi e patologie di una certa entità, grazie alle loro proprietà specifiche, molto dettagliate e mirate, a cui molto spesso la chimica farmacologica si ispira.
COSA E' UN OLIO ESSENZIALE?
Con tale termine, secondo la Farmacopea ufficiale, si intende "il prodotto idrofobo ottenuto dalla distillazione in corrente di vapore delle piante aromatiche, oppure, specificatamente per le bucce degli agrumi, il prodotto idrofobo della spremitura a freddo".
Quindi tutto ciò che non è ottenuto per distillazione in corrente di vapore o per spremitura a freddo, non è olio essenziale.
Non sono oli essenziali, di conseguenza:
- i prodotti ottenuti con estrazione in CO2
- le assolute
- gli estratti
- gli oleoliti
- gli idrolati
- le tinture madri
- i gemmoderivati.
Sebbene alcuni venditori preferiscano considerare sia i distillati, sia gli spremuti, sia le assolute, sia gli estratti come "oli essenziali", la nostra scuola preferisce separare le terminologie, così da indicare immediatamente le differenze estrattive e di contenuto, cosa utile sia in ambito terapeutico, sia nel fai da te della profumeria e cosmetica.
COME SI OTTIENE UN OLIO ESSENZIALE?
Le procedure per ottenere gli oli essenziali, come abbiamo visto nella sezione dedicata a "cosa è un olio essenziale", sono due:
- spremitura a freddo delle scorze degli agrumi
- distillazione in corrente di vapore di varie parti di piante (fiori, foglie, rametti, cortecce, semi, radici/rizomi)
La spremitura a freddo
delle scorze di agrumi, si basa sull'estrazione dell'olio essenziale
contenuto nelle piccole "sacche" che lo contengono, che possiamo vedere
ad occhio nudo in un'arancia, un limone...
Funziona
con lo stesso principio che applichiamo quando strizziamo una scorza di
mandarino negli occhi di qualche parente, a tavola, a Natale...
Esistono
macchine apposite per tagliare le scorze e liberare l'olio essenziale
contenuto, raccolto tramite lavaggio con acqua, e separazione per
centrifuga.
L'olio essenziale estratto con questo metodo, è identico a quello contenuto nella scorza dell'agrume.
E'
importante che gli agrumi utilizzati siano di coltivazione bio, perché
se sono stati trattati con pesticidi, o coltivati su terreni inquinati,
in questa estrazione, insieme agli oli essenziali, passano anche
sostanze nocive.
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La distillazione in corrente di vapore non è una sola, ma comprende tre tipologie:
- distillazione in acqua
- distillazione in a cqua e vapore
- distillazione in vapore
Il
processo, per tutti e tre i metodi, sfrutta il vapore che,
innalzandosi, trasporta con sé le molecole di sostanze che compongono
l'olio essenziale.
La differenza di utilizzo è invece legata:
- al tipo di piante da cui estrarre gli oli essenziali (più verdi, più legnose...),
- alla labilità degli oli essenziali ad alcune temperature (troppo calore distrugge alcune sostanze).
- al pH che si produce in colonna di distillazione, favorendo la produzione di sostanze desiderate o meno
Dovrebbe essere chiaro che distillare un basilico o un legno di sandalo o un rizoma di zenzero richiede attenzioni diverse...
Nella
distillazione, rispetto alla spremitura a freddo, gli oli essenziali
ottenuti possono differire dalla composizione che avevano, nella pianta.
Questo è dovuto al calore e al pH, che determina trasformazioni.
Inoltre la temperatura scelta, in distillazione, non permette al vapore di portare con sé molecole molto pesanti.
Nell'immagine una distillazione in vapore
COSA CONTIENE UN OLIO ESSENZIALE?
Un olio essenziale è composto di centinaia di molecole.
Tali molecole sono per lo più terpeni, ovvero composti costituiti da Carbonio e Idrogeno, e i loro derivati, detti terpenoidi, in cui è presente anche l'Ossigeno.
Terpeni e terpenoidi sono divisi in "gruppi" (es. monoterpeni, diterpeni.... alcoli, esteri, fenoli...), che hanno proprietà e attività molo differenti tra loro.
Tali gruppi si chiamano "gruppi funzionali", o "classi funzionali".
Le molecole sono più o meno lunghe, e differentemente sviluppate e orientate spazialmente, con caratteristiche individuali diverse.
L'insieme delle diverse molecole caratterizza odore e qualità terapeutiche precise dell'olio essenziale.
Ogni olio essenziale è quindi una miscela di molecole chimiche (appartenenti a più gruppi o a pochi), che ne stabiliscono la funzione.
COSA E' IL CHEMIOTIPO?
Per chiarire cosa voglia dire "chemiotipo" (o olio chemiotipizzato), dobbiamo prima avvicinare alcuni elementi di botanica.
Per
definire una pianta, la botanica utilizza la "classificazione
tassonomica", che specifica Dominio, Regno, Classe, Ordine, Famiglia,
Genere, Specie.
Di questa classificazione complessa, in aromaterapia sfruttiamo in particolare solo le ultime due voci (ed eventuali sottovoci):
Per esempio:
Genere: ad es. Eucaliptus
Specie: ad es. globulus
Sull'etichetta dell'olio essenziale leggiamo: Eucaliptus globulus
Questo permette di riconoscere la pianta precisa da cui è stato estratto l'olio essenziale.
Infatti di alcuni generi esistono molte specie: per esempio del Genere Eucaliptus, in aromaterapia usiamo, oltre alla Specie globulus, anche la "citriodora", "smithii", "dives", "radiata" ed altre.
Le
specie diverse danno oli essenziali con caratteristiche differenti, se
non addirittura diverse tra loro, e quindi possono cambiare sia il tipo
di profumazione (più o meno forte, più o meno simile), sia
l'applicazione.
Ad es. l'Eucaliptus globulus, ha un alto contenuto di 1,8,cineolo (adatto a problemi respiratori, ma MAI nei bambini)
Invece l'Eucaliptus citriodora ha come maggior compenti le aldeidi, e si utilizza, ad esempio, per infiammazioni muscoloscheletriche.
Quindi specie diverse hanno componenti chimiche diverse, e gli oli essenziali hanno proprietà diverse.
Nella
stessa specie, di conseguenza, ci aspettiamo una composizione sempre
simile: al limite c'è una piccola variazione, in percentuali, per cause
contingenti, quindi non definitive.
Ma in realtà ci sono delle eccezioni!
In base all'area geografica di coltivazione, in cui la specie si adatta, avvengono delle modificazioni stabili
nella composizione chimica degli oli essenziali prodotti: la sostanza
chimica che caratterizza l'olio essenziale ne definisce il chemiotipo.
Facciamo un esempio?
Del Rosmarinus officinalis esistono ben sette oli essenziali chemiotipizzati: la specie di
rosmarino è sempre la stessa, ma gli oli essenziali che si ottengono
hanno - ognuno - un componente chimico particolare, che caratterizza il
prodotto e ne determina le funzioni.
Adesso che abbiamo chiarito cosa è il chemiotipo, diciamo COSA NON E': la parola "chemiotipo" non indica un gruppo funzionale (es. alcoli o aldeidi).
Chemiotipo indica un preciso componente (ad es. Rosmarinus officinalis a ct. verbenone, dove il chemiotipo è il verbenone).
C'E' DIFFERENZA TRA UN OLIO ESSENZIALE, UNA ASSOLUTA, UN ESTRATTO, UN OLEOLITO?
Certamente si!
Cosa si intende con "olio essenziale" lo abbiamo già spiegato qui.
L' assoluta è il prodotto di una estrazione particolare, per vegetali che non possono essere distillati.
Per ottenerla, consideriamo, genericamente, due passaggi:
1) la pianta (in genere fiori), cede gli oli essenziali in un grasso, in cui è immersa. Si ottiene così una pasta semi solida, detta "concreta".
2) la concreta è trattata con solvente organico non polare (ad esempio, benzene, toluene, esano, etere di petrolio) per estrarre dalla pasta la cosiddetta assoluta, che è liquida. Un eventuale terzo passaggio (una particolare distillazione), può eliminare il solvente, di cui però possono rimanere residui: per queto motico una assoluta non si può utilzzare per assunzione interna.
Una assoluta non può essere chiamata Olio Essenziale e tantomeno "olio".
Un estratto si ottiene per macerazione del materiale vegetale in solvente non polare, in genere un alcol e successiva filtrazione.
Un oleolito si ottiene con la macerazione di materiale vegetale in olio (EVO, di semi di girasole, di semi di mais, di semi di vinacciolo, di cocco, ecc.) e successiva filtrazione.
L'assoluta, l'estratto e l'oleolito, ottenuti dallo stesso tipo di materiale vegetale (ad esempio dallo stesso fiore), non contengono gli stessi componenti ed hanno comportamenti diversi.
DIFFERENZA TRA FRAGRANZA E AROMA
Esistono parole che correntemente utilizziamo come sinonimi, o di cui generalizziamo il significato, ma che in commercio hanno una valenza specifica, ed è importantissimo conoscerne la differenza, per non essere ingannati quando leggiamo una etichetta o ascoltiamo una pubblicità.
La fragranza NON PUO' ESSERE INGERITA, il suo scopo è la profumazione, ed è quasi sempre ricostruita: cioè vengono mischiate varie sostanze, naturali e sintetiche, per "creare il profumo". E' quindi ottenuta in laboratorio e cerca di riprodurre al meglio un certo profumo.
Per esempio esistono fragranze che propongono profumazioni dolciastre (come lo zucchero filato), o famose, come quella della crema Nivea, che tutti conosciamo, con cui personalizzare la crema viso fatta in casa. La maggior parte dei profumi, come anche certe profumazioni cosmetiche, sono fragranze.
Ma esistono anche quelle che riproducono l’odore di pollo arrosto, di pane appena sfornato, che sono diffuse nei supermercati per stimolare la clientela all'acquisto di cibo.
Tra le fragranze troviamo anche odori che non possono essere estratti dalla pianta (fiore, frutto), perché la quantità di oli essenziali (responsabili della profumazione) sono presenti in quantità minima, o si trasformano negativamente nel procedimento di estrazione (ad esempio il profumo di calicanto, di fresia, di mela, di ciliegia, ecc.)
L'utilizzo delle fragranze è tipico dei deodoranti ambientali pubblicizzati in tv (ai quali viene aggiunta una infinitesima parte di oli essenziali): l'uso di sostanze sintetiche per-mette un notevole risparmio nella produzione, offre odori stabili nella diffusione e perfettamente uguali ogni volta che sono riprodotti, diversamente da quelli in natura.
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Dato che le fragranze non possono essere ingerite, non possono essere utilizzate per dare profumo agli alimenti.
Inoltre ci sono fragranze (e di conseguenza i profumi che ci spruzziamo addosso o i deodoranti diffusi), che possono essere responsabili di dermatiti allergiche e/o reazioni respiratorie allergiche (per esempio anche solo starnuti): sono quelli in cui è maggiore la presenza di sintetici.
Un naso ben allenato riconosce la differenza tra una profumazione naturale e una fragranza. Quest'ultima può scatenare anche mal di testa, mentre quella naturale no.
L'aroma è una sostanza naturale o di sintesi, che se viene ingerita non causa problemi: è infatti studiata per correggere i sapori (e anche gli odori). L'aroma ha come prima qualità il sapore, è meno irritante della fragranza o dell'olio essenziale, può essere liquida o in polvere idrosolubile.
Per esempio nelle preparazioni galeniche/farmacologiche si usano gli aromi per rendere gradevoli quei principi attivi di pessimo gusto.
Nella preparazione di dolci, gli aromi fanno una parte importante (aroma di limone, di fragola, di vaniglia, ecc). L'aroma di vaniglia può essere sia sintetico sia naturale: quello usato in pasticceria, è solitamente di origine sintetica. La vanillina di origine naturale, meno comune, è invece ottenuta per estrazione dai semi di vaniglia.
L'aroma di fragola invece è sintetico, ed è un insieme di componenti chimici la cui formula completa occupa mezza pagina.
Anche l'aroma di limone è sintetico. E tra i sintetici ricordiamo anche il gusto "affumicato" delle patatine, per esempio.
Gli aromi sintetici hanno la caratteristica di essere stabili, persistenti, e quindi garantiscono sempre "quel preciso sapore", ma al palato più allenato possono risultare troppo evidenti e persistenti.
COSA E' UNA TINTURA MADRE?
E' una preparazione liquida, ottenuta esaurendo la droga (parti della pianta officinale adulta, fresche o secche), tramite percolazione o macerazione con un opportuno solvente (acqua e alcol etilico, con diversa gradazione, in base alla pianta e alla droga), che permette di estrarre la maggior parte dei principi attivi contenuti nelle foglie, sommità fiorite, corteccia, radice, etc , della pianta officinale.
Si potrebbe confondere - erroneamente - con gli Estratti, o più genericamente, con gli Oli Essenziali.
In realtà la tintura madre (TM) è una estrazione non selettiva (si estraggono sia i principi che si sciolgono in acqua, sia i principi che si sciolgono in alcol).
GEMMODERIVATI
Sono degli estratti di tessuti embrionali (più propriamente detti "tessuti meristematici") di gemme, germogli, semi, radichette e giovani getti, in via di accrescimento, della pianta officinale.
Si utilizzano glicerina e acqua (in proporzioni particolari) come solvente estrattivo. a cui segue spremitura e diluizione.
Possiamo considerare i gemmoderivati degli estratti, quindi, in cui sono presenti alcune sostanze (ma non tutte) che troviamo anche nella tintura madre, perché:
- i tessuti giovani contengono sostanze diverse dalla pianta adulta (per esempio come quantità di ormoni, enzimi, flavonoidi, idrocarburi monoterpenici)
- il solvente di estrazione scioglie e trasporta solo un certo tipo di sostanze
COME SI UTILIZZANO GLI OLI ESSENZIALI?
L'utilizzo più semplice è per diffusione ambientale.
E'
consigliabile munirsi di un diffusore ad ultrasuoni, per non
deteriorare gli oli essenziali. D'inverno si può sfruttare il calore
dei termosifoni.
Il
classico "fornelletto" (candela con sopra piattino con acqua), sebbene
sia stato in voga per tanti anni, è un sistema che trasforma i
componenti degli oli essenziali, deturpandone la profumazione e - di
conseguenza - l'azione sulle emozioni.
Inoltre
è opportuno usare anche un "disperdente", sostanza che diffonde l'olio
essenziale nell'acqua, favorendo una diffusione graduale, nel tempo.
Vi è poi la profumeria botanica:
prepararsi il proprio profumo, seguendo le necessità legate alle
emozioni da placare, i talenti da valorizzare... Un metodo fantastico,
ma non è semplice ottenere le soluzioni olfattive sperate. Così si può
preferise una soluzione veloce: l'uso di qualche goccia dell'olio
essenziale preferito su un fazzoletto, da portare con sé per annusarlo
ogni tanto.
Un altro utilizzo diffuso è il massaggio, e occorre scegliere le diluizioni adatte, in base alle caratteristiche della persona, della sua pelle alla miscela preparata e al tipo di carrier scelto.
Inoltre
è importante, proprio nel rispetto della filosofia aromatica, preparare
la miscela da massaggio di volta in volta, per assecondare le necessità
individuali e per evitare che la miscela, nel tempo, si trasformi, con
conseguenze sgradevoli.
Ricordate: MAI usare gli oli essenziali non diluiti.
C'è
stata una ditta americana che ha proposto l'applicazione degli oli
essenziali non diluiti, a gocce, sulla pelle (ovviamente per vendere di
più). Ed è stata anche copiata.
Questa
assurda "tecnica di applicazione a pioggia" ha provocato non pochi
problemi negli usufruitori (negli USA c'è una organizzazione che
raccoglie le denunce di incidenti dovuti all'incauto utilizzo di oli
essenziali, e sono raccolti in report annuali, mentre in Italia tutte le
stupidaggini sono ammesse, e dal momento che i più si improvvisano
esperti, cioè non sono in grado di valutare le consegenze di quello che
fanno, il dilagare di questa modalità si è esteso a macchia d'olio... ).
Ci sono poo gli oli essenziali nella vasca da bagno:
un metodo piacevolissimo, se si ha una vasca da bagno e si usa un
carrier per veicolare e distribuire gli oli essenziali nell'acqua.
In
questo modo si evita che le gocce rimangano in superficie, che
evaporino i nfretta e che, a contatto con la pelle, causino effetti
sgraditi.
Stessa cosa per gli oli essenziali nel bidet:
abbiate cura delle vostre mucose! Un olio essenziale che galleggia, per
quanto "delicato" sia, a contatto con le parti intime è devastante...
Ricordate: gli oli essenziali NON si sciolgono in acqua.
Esistono infine altri utilizzi: aerosol e ingestione.
Ma richiedono studio, pratica ed esperienza di un professionista, per
evitare effetti anche molto gravi. Per cui non ne parliamo qui e ve lo
spiegheremo se seguirete la nostra formazione professionale.
GLI OLI ESSENZIALI CLASSIFICATI COME ALIMENTARI SONO I PIU' SICURI?
Gli oli essenziali classificati commercialmente come "alimentari" rispondono a una serie di norme relative alla produzione, stoccaggio, etichettatura.
Questo non significa che possono essere usati senza tutte le precauzioni necessarie, e soprattutto non significa che possono essere ingeriti senza preoccuparsi di eventuali effetti collaterali.
I componenti degli oli essenziali possono essere caustici, sviluppare sensibilità e allergie, e soprattutto reagiscono con ciò che mangiamo, con i farmaci che assumiamo, simulano alcuni nostri ormoni. E vanno tutti ad affaticare il fegato.
Inoltre vi sono oli essenziali che, sebbene derivino da piante che usiamo in cucina, non sono assolutamente adatti all'uso alimentare.
Pensate che persino le assolute, che non vanno mai ingerite, sono etichettate come "oli essenziali" e classificate come "alimentari"!
QUINDI ANCHE SE LEGGETE "ALIMENTARE" SULL'ETICHETTA, SIATE COMUNQUE ATTENTI. SUPERATTENTI. Insomma, non ingerite gli oli essenziali.
GLI OLI ESSENZIALI DI GRADO TERAPEUTICO SONO I PIU' SICURI?
La dicitura "grado terapeutico" - o anche detto "grado terzo - è una definizione nata nel commercio, per distinguere gli oli essenziali naturali e non trattati dagli altri ( per esempio quelli che sono depauperati di alcuni componenti, per renderli adatti all'industria profumiera).
Il "grado terapeutico" ci fa pensare a un prodotto che risponde a uno standard specifico per la cura di malattie. Ma...
Al tanto citato "grado terapeutico" NON CORRISPONDE NESSUNO STANDARD DI EFFICACIA (perché non esiste)
Gli effetti degli oli essenziali, in ambito terapeutico, soprattutto orientati ai chemiotipi, non dipendono da un "grado", ma dalla competenza del terapeuta e dalla situazione di ogni individuo che si appresta alla terapia.
Questa operazione di diffusione di certe informazioni, quindi, è di mero marketing, ovviamente stata studiata per poter vendere di più, impressionando gli acquirenti.
Quando scegliete un olio essenziale, preferitelo proveniente da coltivazione bio, o ancora meglio Demeter.
Però sappiate che vi sono molti oli essenziali che è impossibile trovare con tali requisiti, perchè distillati in paesi in cui si usano normalmente pesticidi.
Ed esistono splendidi oli essenziali, di grande qualità, che però non hanno certificazioni, perché costerebbe troppo, rispetto alla piccola produzione.
Ed infine: sapere il chemiotipo di un olio essenziale, senza avere la competenza per usarlo, a che vi serve?
UN OLIO ESSENZIALE E' SEMPRE NATURALE E PURO?
Purtroppo no.
"Naturale"
significa che non è di provenienza sintetica (cioè riprodotto in
labroatorio, come tutti i deodoranti ambientali al supermercato, e le
profumazioni nei detersivi, ammorbidenti, cosmetici... )
Inoltre
dovrebbe anche significare che non è stato privato di alcuni componenti
particolari (pratica che in alcuni casi è utile, come nel caso
dell'olio essenziale di bergamotto, quando viene trattato per eliminare
il bergaptene, sostanza che crea serissimi problemi alla pelle,
nell'esposizione solare(*). Però attenzione, perché deve essere
espressamente scritto sulla confezione "prodotto senza bergaptene" o anche "defurocumarinizzato".
"Puro" significa che non è stato adulterato, ovvero non è tagliato (diluito) con componenti estranee all'olio essenizale stesso.
Purtroppo
la frode commerciale è possibile, per esempio in oli essenziali che
hanno poca resa (e alto costo), in cui si aggiungono oli essenziali
simili, o parti di essi, per aumentare la quantità da vendere.
Vi sono poi diluizioni ancora più fantasiose, con aggiunta di solventi e oli, sempre con fini di resa commerciale maggiore.
In
commercio esiste un po' di tutto, e quindi occorre avere pazienza,
sviluppare l'attenzione e - pian piano - approfondire la conoscenza dei
prodotti sul mercato, contattando i produttori.
Ricordate che molti venditori non hanno assolutamente idea di cosa stanno vendendo, anche se non sembra così.
(*) Negli anni 80 una famosa ditta, la Bergasol,
produceva solari a base di olio essenziale di bergamotto. Negli anni
90 la Commissione Europea vietò tali prodotti: la ditta li inseriva
in una concentrazione di
psoralene superiore ad un milligrammo per chilo di prodotto,
quantità
tale da poter produrre melanoma, secondo gli esperti.
Oggi l'OE di bergamotto è utlizzato, sotto strettissima sorveglianza medica, per mascherare la vitiligine.
In
Rete si trovano bislacchi consigli per abbronzarsi, grazie a questo
olio essenziale, e ciò dimostra quanto sia importante non fidarsi dei
suggerimenti che affollano il web.
COSA E' UN VETTORE?
Gli
oli essenziali, per essere usati propriamente, hanno bisogno di
qualcosa in cui essere diluiti e che li "trasporti" dove devono agire.
Gli
"oli grassi", ovvero gli oli vegetali, di semi (oliva, mandorla,
girasole, vinaccioli, argan, broccoli, ecc) sono quindi dei vettori.
E lo sono anche burri come il karità, o cere come la jojoba.
Altri
tipi di vettore sono il sale da cucina, la panna, l'aceto di mele,
adatti a diffondere gli oli essenziali nell'acqua del bagno e del bidet.
E l'argilla, con cui miscelare varie sostanze e qualche olio essenziae, per maschere e cataplasmi.
COSA SONO GLI IDROLATI?
Nel
processo di distillazione, il vapore che attraversa le piante e
trasporta gli oli essenziali, viene poi raffreddato, in modo da
riconvertirlo in acqua.
Dal
momento che gli oli essenziali non si sciolgono in acqua, c'è una
separazione spontanea tra le due fasi: l'olio essenziale, che sarà
imbottigliato e l'acqua di distillazione.
Quest'ultima può essere trattata in due modi:
a)
reinviata alla colonna di distillazione, se si sta distillando un
vegetale che contiene pochissimo e preziosissimo olio essenziale.
b) negli altri casi l'acqua di distillazione è imbottigliata e venduta come "idrolato", anche detta "acqua aromatica".
Nell'idrolato sono disciolti tutta una serie di componenti idrofili (che quindi non troveremo nell'olio essenziale).
Inoltre rimangono "intrappolate" alcune molecole presenti anche nell'olio essenziale (in una quantità veramente minima).
Per questo motivo l'idrolato:
- raramente ha lo stesso odore dell'olio essenziale
- non è l'equivalente dell'olio essenziale, data la notevole diversità di composizione chimica.
Gli
idrolati si utlizzano come base nel deodorante fatto in casa, come
tonico per la pelle, come acque profumate estive: in campo alimentare
si miscelano nei cocktail o per aromatizzare pietanze.
Possono essere diffusi nell'aria, ma ovviamente l'effetto non è come quello di un olio essenziale, per i motivi sopra spiegati.
Nell'immagine la diversa quantità di idrolato ottenuto nella distillazione di resine (varie specie di Boswellia)